30 agosto 2012

una persona scomoda

Ieri ho partecipato ad Alba ai funerali di un noto sacerdote, da sempre impegnato sul fronte delle povertà e da sempre animatore in nome di una fede e di una teologia che mettono l'uomo e il senso di umanità al centro. Tanti riconoscimenti anche per iscritto da persone conosciute come Enzo Bianchi e molte espressioni toccanti da parte dei suoi parrocchiani antichi e nuovi. Un personaggio "scomodo" come certe figure (sacerdotali e non) degli anni '60 e '70, schietto e pronto anche alla  battaglia contro compromessi e atteggiamenti ecclesiali e sociali poco attenti alle ragioni dell'umanità. Purtroppo il suo ultimo periodo di vita ha visto crearsi un divario tra lui e il suo vescovo e ha contribuito (suo malgrado) a spaccare in fazioni la Diocesi, al punto che l'omelia, non è stata fatta dal Vescovo ma da don Luigi Ciotti. Vero che dalle descrizioni dei fatti emerge un atteggiamento da parte del Vescovo di altrettanta rottura e mancanza di carità, anche a fronte della grave malattia del sacerdote. Però mi chiedo sempre: quando una posizione va mantenuta in nome del profetismo anche se è dirompente? E quando una posizione va stemperata avallando però certi atteggiamenti ecclesiali ai quali non vorremmo proprio mai più assistere?
Se devo dire, avendolo conosciuto personalmente per qualche anno, don Valentino (questo è il suo nome) non era certamente uomo di unione però ha segnato la crescita spirituale, sociale e culturale di una diocesi e di una città. E questo può perdonare tante cose, specie se tale crescita è andata sempre nel senso dell'attenzione agli ultimi. Sì, tra il rischio di cadere nell'ideologia e il rischio di abbandonare i poveri a se stessi conviene sempre guardarsi dal secondo, perchè su questo saremo giudicati da Dio.

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