14 aprile 2016

abbattere... per i giovani

Ieri un mio amico formatore della Cisl, coautore della ricerca sulla nuova strategia di organizzazione del lavoro nelle fabbriche chiamata World Class Manifacturing, passava da Asti est e ha proposto di prendere insieme un caffé. Ho tardato la benedizione delle famiglie (casualmente ero in quella zona) e ci siamo incontrati. In realtà lui voleva sottopormi la questione di ricevere un sacco di proposte da pezzi grossi dell'università per andare avanti col lavoro e scrivere ulteriori riflessioni. Lui era un po' sconcertato perchè era partito a fare il materassaio a 18 anni... Mi ha fatto un lungo discorso sul fatto che veramente c'è un clima nuovo in quelle fabbriche in cui si applica quel sistema, solo che il sindacato andrebbe radicalmente rinnovato e non sempre le persone che lo guidano ne sono capaci. Parlare con lui mi ha aperto gli occhi: siamo in una fase in cui l'unica possibilità nella nostra generazione di mezzo corso è di abbattere quel che c'è stato e che ora impedisce il cambiamento e non tollerare più la gradualità, perchè schiaccia chi ha voglia di impegnarsi ed è una giustificazione per coloro che non si schiodano dai loro posti di comando. Non avremo la possibilità e le capacità di ricostruire, però almeno avremo lasciato lo spazio alle nuove generazioni per ricostruire secondo il nuovo mondo: globalizzato, essenzializzato e senza troppe mediazioni. Questo nelle fabbriche, nella chiesa, nella politica e... dentro di noi.

"Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare". (Ger 1,10)

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