05 aprile 2016

chiesa e nomadi

Non sono i Nomadi, ma proprio il popolo rom e sinti. Ieri durante la benedizione delle famiglie ho avuto modo di parlare con una volontaria storica al campo nomadi, che denunciava l'assenza totale della chiesa in quel mondo. Nonostante esista addirittura una fondazione (Migrantes) proprio quella gente sarebbe lasciata a se stessa, specialmente dal punto di vista religioso. In parte penso sia vero: chi si preoccupa del fatto che i sinti battezzano i loro bambini e poi ... ciao. Li si vive con sufficienza, al massimo si pretende che si preparino al battesimo dei bimbi (il più presto possibile, mi raccomando). Dall'altra è vero che sono in buona parte musulmani (i rom) e che anche le generazioni nuove di cattolici non è che brillino in senso religioso.
Poi c'è il fatto che si considera necessario integrarli con i gagé (non nomadi) e allora si diffida delle pastorali speciali. E poi c'è l'aggravante che alcuni di loro con le loro bravate fanno fare terra bruciata intorno a quell'etnia. Nello stesso tempo pare non sia una loro scelta continuare  a stare in campi nomadi: ma è anche vero che se hanno una casa spesso tengono la roulotte in cortile e abitano in parte lì e in parte là. Insomma un vero ginepraio...

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