05 giugno 2025

Un dibattito penoso

 Martedì sera al festival Passepartout della biblioteca è intervenuto Alan Friedman, intervistato da Alessandro Cassieri della Stampa (in sostituzione del direttore, impegnato nel primo numero del quotidiano secondo il nuovo restyling). Tema: gli scenari mondiali. Esito: un disastro. Chi doveva fare le domande si perdeva in sue analisi, del tutto diverse da quelle di Friedman, che l'ha richiamato all'ordine 3-4 volte ma senza esito. Era come se a Cassieri fregasse nulla di essere lì (era intervenuto in un altro dibattito alle 18) e volesse solo avere un secondo palcoscenico. Friedman ha fatto show con un cumulo di luoghi comuni e banalità sugli Stati Uniti, infarciti di toni apocalittici e di lusinghe agli europei che sarebbero gli unici salvatori del mondo. Ho scritto un articolo stroncante per Gazzetta (toccava a me coprire quell'evento) e mi sto chiedendo se sia necessario o piuttosto smorzare i toni nella prospettiva di un "disarmo della comunicazione". Penso che non cambierò la sostanza: disarmare la comunicazione non significa mentire. Il dibattito era penoso e resta penoso. Al massimo qualcuno non sarà d'accordo e se lo riterrà, potrà scriverne.

"Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". (Gen 11,7)




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