15 novembre 2017

Fuori dai mondiali

Non ho seguito da vicino la partita con la Svezia e ne ho solo sentito gli echi. Non sono mai stato un grande appassionato di calcio, ma mi sforzo di non cadere nei soliti moralismi e luoghi comuni contro di esso. Fa parte dell'identità italiana esattamente come l'essere cattolici, con luci e ombre del caso. E tuttavia mi è saltata alla mente una riflessione che nelle ricerche sociologiche sulla religiosità dei giovani emerge: attaccati alla chiesa intesa come parrocchia, comunità vicina; distanti dalla chiesa intesa come Vaticano, gerarchia, potere lontano. Anche il calcio sembra così: vicino può essere coinvolgente, bello, fatto di ragazzi che si impegnano tanto e imparano cose; quello della Federazione e delle grandi squadre invece pieno di marciume: dai giri di soldi, ai rapporti con le tifoserie ultrà, a certi personaggi che starebbero meglio in un film di mafia, ecc. Chissà se questa batosta non servirà a rimettere i piedi per terra e a cambiare qualcosa?

"Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta»"

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page