20 agosto 2018

cristianesimo e animismo

Sul numero 3 di Vita e pensiero del 2018 è uscito un curioso articolo di un personaggio dal nome impronunciabile (per noi): Agbonkhianmeghe E. Orobator dal titolo "Rivalutare l'animismo? Una sfida per il cristianesimo". E' un gesuita nigeriano, presidente della conferenza dei gesuiti d'Africa. Per farla breve dice che nonostante la sua conversione al cristianesimo lui non ha mai rinunciato all'animismo originario, ma l'ha posto "sotto" la superiorità di Cristo. Dici poco. Stai dicendo che non esiste un passaggio dall'animismo al cristianesimo ma che ti puoi rendere conto che al di sopra dell'animismo c'è Cristo che porta a compimento ma non elimina in blocco.
E chi lo dice adesso a quelli che ancora si preoccupano che le persone quando chiedono i sacramenti siano mossi da fede superpura e non vi sia traccia della minima superstizione? Chi lo dice adesso a quelli che considerano il dialogo interreligioso inutile perchè tanto solo il Cristianesimo è vero? E chi lo dice a coloro che pensano che entrare in dialogo con la cultura contemporanea significa annacquare il Vangelo? Se il Vangelo porta a compimento non ha paura di nulla. Solo della superficialità...

"Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono" (Mt 2,11): i magi d'Oriente si inchinano a Cristo.

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