07 settembre 2022

Ciarpame

 Ho dovuto leggere "Il codice Ratzinger" di Andrea Cionci per poter tenere aperto il dialogo con un giovane, che, diffondendolo a destra e a sinistra, a creato qualche problema a gente più semplice che non sempre ha strumenti culturali per capirne l'infondatezza, anche se ha abbastanza fede per dichiarare che è infondato. La tesi del libro è che papa Benedetto non si sia mai dimesso ma abbia usato con astuzia le parole per dichiararsi prigioniero da una lobby modernista. Ergo: la cattedra di Pietro non è mai stata vacante e papa Francesco è un antipapa. Già solo queste poche righe sarebbero più da giallo che da storia. I primi capitoli sono pieni di dettagli che hanno un loro senso e destano un po' di inquietudine. Effettivamente papa Benedetto usa termini con una loro ambiguità. Ma il collegarli tutti insieme e tirar fuori il colpo di scena, questo non è fare storia ma fare uno scoop giornalistico. Poi il libro degenera e denigra l'opera di papa Francesco con ragionamenti da osteria e linguaggi da scaricatori di porto che non sono neanche più da scoop giornalistico, ma da rivista scandalistica. Quando poi si arriva agli ultimi capitoli in cui si passa a delineare come agire siamo ormai sotto terra: un'elenco di ovvietà e di luoghi comuni che non sono neanche più da rivista scandalistica ma da volantino raffazzonato fatto per richiamare gente a spendersi per accogliere gli alieni. Il massimo è il capitolo finale: il tentativo di interpretazione del terzo segreto di Fatima. Qui ormai siamo in campo psichiatrico e occorrerebbe far ricoverare qualcuno. 

Insomma: non comprate quel libro. Ve lo presto io se volete togliervi la curiosità di capire la teoria. Ma mi raccomando: armatevi di cellule grigie e di tanto tanto buon senso.



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