19 dicembre 2022

E' morto chi mi ha ordinato diacono

 La morte del card. Poletto era attesa, perchè da tempo si sapeva che non stava proprio bene. Ora ci sono emozioni diverse che intervengono. Alcune sono di riconoscenza, perchè lui era vescovo quando io ero in seminario e lui mi ha ordinato diacono (ma non sacerdote). Lui si era dimostrato interessato prima ancora di entrare in seminario al tema del lavoro, dei giovani che lavorano e aveva dato la possibilità a me e ad altri di fare progetti in tal senso. Lui era molto deciso nel far uscire la chiesa dalle sacrestie dove si era rifugiata per almeno tre decenni (salvo qualche frangia letteralmente fuggita in missione). Però lui era l'arrivista, che non stupì nessuno quando divenne arcivescovo di Torino. Lui era l'uomo dell'istituzione che lava i panni sporchi in casa e che trova le alleanze dei potenti soprattutto ecclesiali per affermare la potenza della Chiesa. Insomma un bel casino, per cui non mi sento minimamente spinto a partecipare alla sua commemorazione, anche se però so che non va bene e c'è un po' un senso di colpa. 

Alla fine penso di aver capito. Lui è stato l'ultimo vescovo della generazione in cui non esiste differenza tra vocazione personale e vocazione istituzionale, in cui il vescovo deve rinnegare se stesso per diventare un vescovo degno. Per questo lui è assolutamente coerente con la Chiesa e assolutamente incoerente con se stesso e deve averne sofferto molto. Perciò alla fine parteciperò al rosario in Cattedrale ad Asti, perchè la Chiesa non chiede di avere persone perfette, ma persone che attraverso qualunque strada (anche quella della fedeltà alla chiesa come segno di fedeltà a Cristo) si affidano a qualcosa di più grande.



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