10 maggio 2011

peccato sociale

Ieri con i giovani facevamo una riflessione sul peccato nella Bibbia, evidenziando che lì si parla spesso di peccato di una collettività, nel senso che un determinato ambiente degradato spinge poi i singoli a peccare. E' un aspetto che non è particolarmente colto oggi, visto che si parla di più di responsabilità individuale.
E tuttavia:
- se il clima è degradato (vedi attuale situazione politica), nessuno è invogliato a responsabilizzarsi e tutti collaborano anche solo col silenzio a questo degrado
- se tutti sono abituati a certe cose e si crea la situazione in cui "si è sempre fatto così", allora non è possibile nessun miglioramento (vedi la difficoltà con cui gli animatori accettano di collaborare con il doposcuola Peter Pan nell'estate ragazzi) né personale né sociale
- se ci si affida troppo alle strutture per portare avanti le cose e queste sono già un po' stanche (v. partecipazione ai consigli, commissioni varie, uffici e ufficietti pastorali, ecc.) allora ci si aspetta troppo dalle strutture e non si creano legami sociali vivaci, che spingono poi ad operare bene

Non sono queste (indifferenza al degrado, ostentata abitudine e tradizione e eccesso di strutture) nuove forme di peccato sociale?

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