02 gennaio 2012

giovani, datevi un andi...?

Verrebbe sempre da dire così, anche se molti giovani un andi già se lo danno. Verrebbe da dire così visto che volendo potrebbero fare grandi cose e che oggi da parte degli adulti c'è una maggior disponibilità nei loro confronti (almeno nelle intenzioni) e che la conflittualità tra generazioni è venuta un po' meno.
In realtà sembra che l'eccesso di cose, di opportunità, di apertura al dialogo e la scarsa conflittualità faccia da soporifero. Così mi veniva da pensare: ogni tanto qualche calcio nel sedere non guasta.
Solo che questa mattina ho letto la rubrica di Gramellini sulla Stampa e ho acquisito un'altra prospettiva. Chi può trainare e fare da "forza motivante" sia per le disponibilità economiche, sia per le energie interiori sono gli anziani: a loro è richiesto un supplemento di protagonismo. Allora mi sono rassicurato: io faccio parte dell'età di mezzo e posso lasciarmi trascinare. E i giovani possono attendere... O no?

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2 Commenti:

Alle 2 gennaio 2012 alle ore 23:40 , Anonymous Anonimo ha detto...

Forse Gramellini è un po' tragico...
Per certi aspetti è vero che i "diversamente giovani di oggi non possono permettersi il lusso di smettere di lavorare, rifugiarsi negli hobby..., rintanarsi sulla poltrona buona del salotto per pontificare sulla decadenza dei costumi", ma dire che sono loro a doversi occupare del futuro perchè "i giovani sono pochi, penalizzati e avviliti" e "gli adulti inadeguati e confusi" mi sembra un po' esagerato.
Anch'io come te faccio parte dell'età di mezzo e sono del parere che ognuno debba fare la sua parte e lasciare che gli altri facciano la loro. Quando c'è qualcuno che fa troppo, gli altri si sentono autorizzati a fare poco (o anche niente).
E poi una sana conflittualità fra generazioni è bene che rimanga; è logorante, ma necessaria per la crescita dei giovani e di quelli che giovani più non sono.

 
Alle 6 gennaio 2012 alle ore 14:47 , Anonymous Anonimo ha detto...

Anch'io penso proprio che un po' di sana conflittualità vada recuperata. Bisognerebbe però che quelli dell'età di mezzo siano più convinti e decisi e non ripieghino sempre sui giovani, cercando continuamente il loro consenso.

 

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