03 settembre 2012

martini e ratzinger

E oggi scopro, leggendo La Stampa, che l'idea della cattedra dei non credenti sarebbe venuta a Martini leggendo l'Introduzione al Cristianesimo dell'allora Joseph Ratzinger. Come mai allora Martini è sempre passato per l'uomo del dialogo e Ratzinger come il rigido conservatore? Quest'ultimo ha forse cambiato idea? Non si direbbe, visto che ora su sua sollecitazione è stata avviata in grande una iniziativa simile, chiamata "Cortile dei  gentili". O forse per il ruolo che Ratzinger ha giocato (prima come prefetto della Congregazione della fede e ora come Papa) e che lo ha sempre obbligato a tener conto di tutti con l'impossibilità di buttarsi troppo avanti? Chi lo può dire?
Oppure che sia vero che il vero dialogo presuppone la conoscenza e l'adesione profonda alla propria posizione (e non il suo annacquamento) ma nella convinzione che come esiste un antenato comune tra due specie animali diverse, così c'è una radice comune tra due posizioni che sembrano diverse. La fede nel dialogo non sta nel trovare una via di mezzo, ma nel credere che esista questo antenato comune e nel cercarlo insieme.

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