03 ottobre 2013

fine di un'epoca

Mentre ieri per la prima volta è tornata un po' di passione per le vicende politiche e parlamentari dopo mesi di vago senso di nausea (ma è un eufemismo...), oggi ho letto un numero della rivista scout "Servire" che trattava dell'importanza della politica. E in un articolo del sociologo Mauro Magatti ho trovato con spietata lucidità una valutazione dei 20 anni di seconda repubblica, interpretati come anni di dilapidazione dell'eredità accumulata nel passato e di debiti (non solo economici) posti sulle spalle della generazione futura. Penso sia un'analisi corretta e non qualunquista, anche perché lì erano specificati i motivi, sintetizzabili in questa espressione: "due progetti di modernizzazione diversi tra loro ma accomunati dalla comune estraneità rispetto alle radici più profonde e autentiche del Paese". Ecco perché c'è quella strana sensazione che i politici stiano giocando a Risiko e non stiano governando un paese. Forse ieri è finita un'epoca, ma per assicurarcene dovremo ripartire a fare politica dal basso...

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