30 gennaio 2016

figli

Ieri sono stato colpito da due esperienze che in comune hanno il rapporto con i figli. Durante la benedizione delle famiglie ho incontrato una giovane con quattro bambini, separata dal padre dei quattro (giovane pure lui) che si trova a vivere in due case: una la sua, l'altra quella che il giudice ha affidato ai piccoli (??). Così lei è lì perché ci sono loro e non viceversa. Lì ci va anche il padre. Ma sulla buca delle lettere c'è il riferimento di un terzo giovane, prob nuovo compagno di lei che a sua volta ha un figlio da un'altra, dalla quale si è separato e che viveva in un'altra abitazione. Insomma un bel gioco enigmistico. Eppure la giovane è molto affettuosa verso i quattro e ci tiene a dar loro pure un'educazione religiosa, come ha già dimostrato facendoli battezzare (non è più così scontato..)
L'altro episodio è il film Revenant che sono andato a vedere ieri sera, nonostante sia un po' debole di stomaco per certe scene. Ma ha prevalso l'amore per le lande sperdute... Lì il protagonista vive per il figlio: ambiente selvaggio, al limite dell'animale, ma con un cuore di umano al cento per cento. Ecco: forse sono cambiati gli "ambienti" e la giungla non è più materiale ma di relazioni. Resta molte volte però il senso dell'amore per i figli e quello permette di avere ancora fiducia nell'essere umano.

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