03 aprile 2018

linguaggio scientifico di parte

Ho trovato molto interessante un breve articolo di Lucetta Scarrafia su Vita e Pensiero 5/2017, intitolato "Il razzismo scientifico e la pulizia linguistica", dove faceva lucidamente notare che oggi, venuta meno la base cristiana dell'uguaglianza (uguali perchè figli dell'unico Dio) ci si arrabatti perchè sia la scienza a creare eguaglianza, per esempio non riconoscendo "scientifico" il concetto di razza. Peccato che in  questo modo non è automatico il venir meno del razzismo... Oltretutto il tentativo è di fare lo stesso con il sesso, abolendo la nozione di "sesso biologico". Tentativo un po' ardito, ma che incattivisce tanto coloro che seguono questa strada (diventano perfino acidi), in quanto la differenza esiste ed è semplice: le donne partoriscono, gli uomini no. La lingua e i termini diventano campi di battaglia.
Sullo stesso numero, al termine, c'è un breve contributo di Corrado d'Elia, un drammaturgo che non conoscevo, il quale fa una riflessione molto bella: "E' dalla mancanza che nasce l'immaginazione". Ecco: quella immaginazione apre al bellezza e al sublime, al contrario l'immaginazione di chi si inventa termini pseudoscientifici per parlare di cose profondamente umane chiude in cantina e marcisce.

"Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno." (Mt 5,37)

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