21 agosto 2018

ecologisti duri e puri

Questa mattina la Stampa ha ospitato un'intervista al vescovo uscente di Asti, padre Francesco Ravinale, sulla sua esperienza in città. Ha rivelato che il punto più doloroso è stata la vicenda dell'Oasi dell'Immacolata che neanche un anno fa ha messo la Diocesi sul banco degli imputati per il solo fatto che volesse venderla ad una società che avrebbe fatto un supermercato. La sua osservazione era che quella protesta era stata violenta e aveva ottenuto come effetto il fatto che ora quello stabile si trova abbandonato e senza destinazione: una giungla nella città.
Mi sembrava un po' la violenza verbale dei cinque stelle contro la Gronda di Genova, con tanto di osservazioni impietose sulle fole del ponte che crolla, poi frettolosamente cancellate.
Certi ecologisti sono militari d'assalto senza armi, ma solo perché non le posseggono… Piuttosto di fare lo sforzo di confrontare le opinioni e di trovare una soluzione, tanto vale ripetere uno stanco copione vecchio di decenni.

" Ho ascoltato attentamente: non parlano come dovrebbero. Nessuno si pente della sua malizia, e si domanda: "Che cosa ho fatto?". Ognuno prosegue la sua corsa senza voltarsi, come un cavallo lanciato nella battaglia." (Ger 8,6)

5 Commenti:

Alle 25 agosto 2018 alle ore 17:37 , Anonymous Anonimo ha detto...

Non sono stati solo gli ecologisti a firmare la petizione per bloccare il sorgere di un nuovo supermercato: il progetto non è piaciuto a quasi 5000 astigiani perché la zona è già gravata oltre misura da traffico ed inquinamento atmosferico ed acustico a causa della presenza della MAzzarello e del fatto che quella strada è diretta verso il Massaia, poi anche perché comporterebbe l’abbattimento di buona parte degli alberi del parco (alcuni alberi sono centenari)nonché la completa demolizione della struttura ricettiva, benvoluta dalla popolazione per il ruolo sociale e religioso svolto in passato. Inoltre i negozi presenti vicini all'attuale Coop non erano stati neanche presi in considerazione nel progetto di spostamento e se Coop si fosse dovuta trasferire, questi sicuramente avrabbero chiuso, dato che, non essendoci più il supermercato, chi sarebbe andato al bar o alla tabaccheria o dal giornalaio che ci sono ora? E poi, arrivando la Coop in quel posto, gli altri minimarket della zona avrebbero dovuto chiudere per evidente concorrenza. La Curia aveva accettato la donazione con i relativi vincoli di destinazione e quindi non può cercare di variarli solo per cassa!Idem per la COOP: la convenzione stipulata tra Coop e Comune nel 1991 aveva un vincolo a rimanere nella zona di via Monti fino al 2041 e comunque non prima di 60 anni!
Perché non si potrebbe realizzare un hospice all’Oasi? Essendo vicino vicino al Massaja sarebbe soluzione ottimale

 
Alle 26 agosto 2018 alle ore 17:15 , Blogger dino ha detto...

Perchè l'Asl ha pensato di realizzarlo su terreno su immobili di sua proprietà (ospedale di Nizza) piuttosto che su immobili da acquistare.
Altre proposte?

 
Alle 27 agosto 2018 alle ore 14:46 , Anonymous Anonimo ha detto...

L'Hospice inaugurato a Nizza l'anno scorso ha solo 6 (sei) stanze e non è sufficiente!
Da dati letti nel Piano Locale di Prevenzione dell'ASL di Asti, con dati riferiti all'anno 2013, ci sono stati 350 morti per tumore tra i maschi e 329 tra le donne e circa 2.000 (duemila!) nuove diagnosi di tumori (uno su tre ha poi bisogno di cure palliative)..direi che 6 posti in tutto l'Astigiano sono una goccia in un mare!

 
Alle 2 settembre 2018 alle ore 18:17 , Blogger dino ha detto...

Perciò intendi dire che la Diocesi metta su un Hospice? La vedo dura, visto che cercava di vendere per pagare i debiti…

 
Alle 3 settembre 2018 alle ore 08:39 , Anonymous Anonimo ha detto...

Non la Diocesi, ma qualcuno che possa comprarlo con quella destinazione!

 

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