14 gennaio 2024

Il dilemma degli Ebrei

 L'ho sperimentato ieri ed è di una evidenza "evidente". Per il focus sul dialogo ebraico-cristiano (la cui giornata è giovedì 17 gennaio) abbiamo pensato di intervistare un giovane insegnante delle superiori di Asti, da poco in città, che è di origine ebrea e che avevo incontrato durante la benedizione delle famiglie. Sono andato a cercarlo e gli ho proposto l'intervista per parlare dei suoi riferimenti all'ebraismo, dato che mi aveva detto di aver viaggiato in mezza Europa e di avere uno spirito decisamente laico. Mi ha fatto capire che l'avrei decisamente messo in imbarazzo perchè nella scuola dove insegnava c'erano diversi marocchini e altri di origine araba e lui stava tenendo nascosto il fatto di essere ebreo per evitare grossi problemi di relazione. Ha accettato però di parlare di antisemitismo, dato che lui era stato uno studioso del fenomeno. Mamma mia. Veramente inquietante e questo basterebbe a far tacere coloro che tendono ad identificare gli ebrei con lo Stato di Israele...


"Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.  Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse,  i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen" (Rom 9,1-4).

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