03 gennaio 2025

Un libro che è un programma di vita

 Ne avevo sentito parlare su un podcast del Post (Timbuctu) e mi ha incuriosito. L'ho comprato e l'ho letto con gusto e passione. Scritto da un sacerdote giovane della diocesi di Modena, don Mattia Ferrari, parla del suo impegno come cappellano della Mediterranea Saving Humans e come frequentatore di centri sociali. Lì per lì diresti subito: uno di parte. Come si fa ad essere preti e schierarsi così? A parte che la Ong è la stessa che il clan di Asti ha incontrato quest'estate in Puglia e per la quale ha realizzato la cena etnica prima di Natale. Ma poi soprattutto il modo di parlare e di scrivere di Mattia è avvincente e ti fa anche indignare al punto giusto. Intriso di Vangelo e di esperienze di frontiera, minacciato dalla mafia libica, con denuncia presa sottogamba dal tribunale di Modena che gli ha contestato il fatto che se fa il prete così deve aspettarsi anche le minacce. Difeso dal vescovo, che per fortuna è Erio Castellucci, che ha scritto ufficialmente al tribunale per dire che è lui che può dire che cosa fa o non fa un prete e non certo dei magistrati. Insomma: una testimonianza limpida di Vangelo vissuto che mi ha fatto riflettere su quanto poco io faccia per situazioni di frontiera, a differenza di una volta. Ma c'è sempre tempo a rimediare...

"annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero." (2Tm 4,2-5)



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