Recupero 2: preti in crisi
All'inizio della settimana era circolata la notizia del suicidio di un giovane prete della diocesi di Novara e c'è stato un po' di dibattito sulla chat del clero di Asti. Intanto nelle settimane scorse era venuto mons. Gèrard Daucourt, vescovo emerito, autore di un libretto intitolato "Preti spezzati", sulle condizioni di vita di sacerdoti francesi. Ero un po' infastidito dai toni che assumeva il discorso e non capivo perchè. Certo è sempre segno di autenticità non nascondere certe situazioni e provare ad affrontarle. E' anche vero che non suscita lo stesso clamore quando a suicidarsi è un laico. Ma il sacerdote si è votato a Cristo, dunque non ci si aspetterebbero questi esiti. Ma un sacerdote è anche un essere umano come gli altri. E poi i commenti estremi: chi se la prende con i vescovi per le condizioni di vita a cui i preti sono sottoposti e Enzo Bianchi che arriva quasi a rendere onore al giovane suicida. Al primo verrebbe da dire: tirate le somme delle ore lavorate in tutti i sensi quanti sono i sacerdoti che si guadagnano lo stipendio? Al secondo: ci sarà una via di mezzo tra il nascondere certe cose e il rendere onore...
Alla fine ho capito che cosa mi stonava. Sappiamo tutti la situazione difficile della salute (interiore) del clero e sappiamo bene che molti sono i nodi da sciogliere. Ma in una situazione del genere è più profetico consolare e tirare fuori il perchè è bello essere preti, che cosa dà entusiasmo pur nella fatica e i miracoli che vengono compiuti nella vita di ciascuno. C'è qualcuno che ha qualcosa da dire su questo? O ci rassegniamo all'amarezza che spesso traspare dalle dichiarazioni di chi vuol parlare delle difficoltà solo per risolverle?
"Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni." (1Tm6, 12)
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