27 luglio 2010

bellezza e dorian gray


In questi giorni ho visto il film del 2009 "Dorian Gray" che riprende il libro di Oscar Wilde "Il ritratto di Dorian Gray". L'avevo letto quando facevo le superiori e mi aveva colpito e affascinato. Ora dopo venticinque anni capisco anche la "profezia" di Oscar Wilde, oggi evidente agli occhi di tutti, del rapporto tra ricerca sfrenata del piacere e noia, ricerca del piacere e violenza, ricerca del piacere e abbruttimento. O, come dice Dorian Gray stesso, non sempre il piacere è sinonimo di felicità.

In realtà all'inizio del film è la bellezza a sposarsi con il piacere, ma andando avanti si scopre che si trattava solo di bellezza esteriore (e perciò fugace). Dunque la bellezza interiore, quella che traspare dagli occhi delle persone e irradia luce intorno a sé deve andare a braccetto con la stabilità e il progresso spirituale, con la forza interiore e la pace...

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6 Commenti:

Alle 27 luglio 2010 alle ore 19:06 , Anonymous Anonimo ha detto...

Sì, certo, ma l'espressione della bellezza interiore si moltiplica quando trova qualcuno disposto ad accoglierla e a dimostrarle stima. E' nell'incontro che la bellezza interiore si amplifica, perché il mistero di uno, risuonando nell'altro, lo risveglia ed attiva ciò che giaceva nascosto nella sua interiorità. Ciascuno nell'incontro catalizza nell'altro la sensazione di giungere a sé, in un viaggio che, partendo da sé stessi ed attraversando l'altro, ci riporta ancora più profondamente dentro di noi.
La bellezza interiore dell'altro diviene la nostra immagine segreta e nel percepirlo ci trasformiamo.

Si può anche esprimere la bellezza interiore semplicemente permettendosi di ritrarsi dalle abitudini quotidiane per aprirsi alla presenza fisica del mondo, ad una intensificazione dell'esistenza che viene percepita attraverso tutti i sensi, nel suo accadere momento per momento, non al di sopra, ma sempre più in questo mondo così come si presenta. La persona, tramite tutti i suoi sensi, nella loro ricchezza e complessità, raccoglie i segnali dell'anima del mondo, i segreti dello Spirito, il mistero e lo manifesta come se fosse un semplice specchio pulito, risvegliando in coloro che incontra ulteriori immagini e ricordi, contagiando il prossimo con la propria magia esistenziale.

Possiamo rendere visibile la qualità della comunicazione che intratteniamo con noi stessi nella relazione con gli altri, tramite la nostra capacità di essere presenti, nel qui ed ora, nella fragranza che emaniamo anche nel silenzio, nel gusto del nostro incedere, nel suono del nostro discorrere, nei disegni che i nostri gesti colorano nello spazio. L'amore per sé stessi si irradia così naturalmente anche in un semplice incontro di sguardi, in un sorriso dell'anima, in un intesa che esprime il potere comunicativo di un silenzio condiviso.

La capacità di imparare ad accettarsi e amarsi per come siamo ed il riconoscimento per primi della bellezza che è dentro di noi può essere facilitato da percorsi di crescita personali che si nutrono di letture e soprattutto di incontri, in particolare nella dimensione del gruppo.

 
Alle 27 luglio 2010 alle ore 19:08 , Anonymous Anonimo ha detto...

Così come nella spiritualità le cose più normali sono dotate di una profonda interiorità e di una bellezza essenziale, qualcosa di speciale accade quando l'individuo manifesta sé stesso per ciò che è con semplicità e dignità. Colui o colei che accetta il rischio di essere sé stesso/a e la sfida di realizzarsi, onorando ciò che è stato, perfezionando ciò che è e credendo in ciò che sarà, crea intorno a sé un alone di vivida magia. Ma bisogna essere disponibili ad andare oltre le apparenze, ad intravedere l'essenza, che spesso sembra invisibile agli occhi, per sentire la profonda meraviglia di chi cerca di trasformare la propria vita, nonostante i cicli di esperienze difficili ed amare.

Anche immerso nei grovigli dell'anima, l'individuo, nell'accettazione della sua imperfezione, esprime nel suo cammino la propria bellezza, creando un atmosfera infinitamente sottile e penetrante, carica di una presenza inconfondibile, con un gusto unico che attira ed invita a respirare di nuovo, più profondamente, capace di aprire il cuore e la mente a possibilità finora trascurate.

La vera espressione di sé genera piacere. L'energia congelata negli atteggiamenti difensivi si libera e l'impulso vitale, sgorgando come acqua di sorgente, crea una nuova nascita:in quel momento l'individuo si allinea con l'intensità della vita che lotta per manifestarsi. Tiriamo un sospiro di sollievo testimoniando come da un senso di alienazione e di oppressione, dissolvendo le resistenze, ci riappropriamo di ciò che è nostro, mentre la gioia si diffonde.

L'espressione della bellezza interiore può essere il risultato di un percorso di accesso alle proprie potenzialità e risorse, in una dimensione di riconoscimento e accettazione, il dono che deriva da un viaggio intrapreso dentro di sé al fine di prendersi cura di ciò che si è stati, si è e si può divenire. Infatti non si può esprimere qualcosa che non sia già presente dentro di noi e se parliamo di bellezza, così naturale negli occhi dei bambini, è necessario un percorso di riscoperta di energie dimenticate, rifiutate, sconosciute e di qualcuno che può facilitare tale percorso con la sua semplice presenza, capace di catalizzare la magia che nell'amore si manifesta. E quando si parla di amore mi riferisco a qualsiasi forma in cui la bellezza può risplendere:nei confronti di un'altra persona, della natura o verso un'attività che risveglia la più profonda ed individuale interiorità, che grazie a quella particolare azione può attualizzarsi ed esprimersi nel mondo.

La bellezza interiore é essere caratteristica ed unica per ciascun individuo e dipende anche dalla qualità dello sguardo di chi osserva.

 
Alle 28 luglio 2010 alle ore 14:35 , Anonymous Anonimo ha detto...

Urca! che è? un trattato?
comunque il succo di tutto sta nella conoscenza dei propri sentimenti e delle emozioni più intime e la parte difficile è sicuramente la ricerca di un altro/a con cui confrontarsi e condividere gli ideali, le situazioni e le emozioni, senza paure, senza vergognarsi di quello che si è.
Questo non significa che occorre svelare a tutti le nostre debolezze o le nostre parti più intime o vulnerabili, le maschere ci proteggono e ci aiutano nella vita, non potremmo pensare di restare incolumi se non le utilizzassimo perché sono il frutto della nostra esperienza e della nostra cultura: si tratta di riconoscerne l'esistenza a noi stessi per poi decidere consapevolmente di toglierle di fronte agli altri. Questo ci permette di costruire una relazione 'reale', spontanea; altrimenti corriamo il rischio di recitare per tutta la vita senza toccare mai la nostra vera essenza e l'essenza di chi ci sta accanto. Certo, può apparire pericoloso e può essere doloroso perché possono venire alla luce lati oscuri e ferite sanguinanti, ma è un rischio da correre: nascondersi per non soffrire chiude anche l'accesso al piacere e al contatto autentico.

 
Alle 28 luglio 2010 alle ore 16:26 , Anonymous Anonimo ha detto...

Mai sentita la splendida canzone "True colors" (bellissime le due versioni di Cindy Lauper e la cover di Phil Collins)?
Il testo parla proprio della bellezza interiore (i veri colori!):
You with the sad eyes
Don't be discouraged
Oh I realize
It's hard to take courage
In a world full of people
You can lose sight of it all
And the darkness inside you
Can make you feel so small

But I see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful,
Like a rainbow

Show me a smile then,
Don't be unhappy, can't remember
When I last saw you laughing
If this world makes you crazy
And you've taken all you can bear
You call me up
Because you know I'll be there

And I'll see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful,
Like a rainbow

 
Alle 29 luglio 2010 alle ore 16:21 , Anonymous dino ha detto...

m'accorgo che non è rimasto pubblicato un mio commento che diceva più o meno così:
Queste interessanti e profonde riflessioni mi convincono che una volta si diceva "non pensare solo a te stesso, pensa anche agli altri" mentre oggi più propriamente si può dire che per pensare bene agli altri bisogna curare la propria interiorità e spiritualità. Forse la cosa è più semplice perchè abbatte una barriera tra egoismo e altruismo, facendo unità, però è anche più complicata perchè il confine tra chiusura in se stessi e cura della propria interiorità è un po' sottile.

p.s.: visto che vi sono molti anonimi che evidentemente sono persone diverse, potrei suggerirvi di darvi un nick?

 
Alle 29 luglio 2010 alle ore 18:34 , Anonymous Anonimo ha detto...

ok, suggerimento accettato: io sono nick carter! E l'ultimo chiude la porta!!

 

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