14 marzo 2012

parrocchie missionarie

Leggendo sulla rivista "Il Regno" di gennaio 2012 un intervento del segretario della Cei Mariano Crociata alla 51esima Conferenza dei superiori maggiori degli ordini religiosi ho trovato questa espressione: "E' finito il tempo della parrocchia autosufficiente: anche se la parrocchia è chiamata a superare ogni autoreferenzialità per aprirsi maggiormente al territorio, soprattutto quello che oggi non vive più all'ombra del campanile, ma in una pluralità di contesti trasversali e spesso tra loro disarticolati, i vescovi italiani sono convinti che il futuro della Chiesa italiana ha bisogno della parrocchia", ma, aggiungerei io, di una parrocchia ridotta all'essenziale:
- animatori che vadano sul territorio invece di strutture oratoriali da far funzionare
- volontari che vadano a casa delle persone invece di centri d'ascolto
- catechisti che preparino e facciano approfondire con cammini personalizzati invece di corsi
- sviluppo dell'impegno laicale nella vita di tutti i giorni invece di laici che lavorino per la parrocchia
La parrocchia potrebbe trasformarsi gradualmente da struttura a luogo in cui si raccoglie la vita e la si presenta a Dio e viceversa: segno più che istituzione.

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2 Commenti:

Alle 14 marzo 2012 alle ore 15:16 , Anonymous Anonimo ha detto...

E direi di più: proprio come dice l'articolo, non vivendoci più all'ombra, la parrocchia ridotta all'essenziale NON HA NEANCHE PIU' BISOGNO DEL CAMPANILE!!
Chi vuole intendere, intenda!!

 
Alle 16 marzo 2012 alle ore 08:42 , Anonymous Anonimo ha detto...

eh lo so bene
ma per ora non è ancora stato fatto...

 

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