01 aprile 2012

niente di nuovo sul fronte occidentale


E' il titolo del libro di Erich Maria Remarque che avevamo letto in classe nelle ore di "narrativa" e che parla di un gruppo di giovani soldati tedeschi durante la prima guerra mondiale. Ricordavo le scene crude di quella storia (allora facevo terza media) e ora che lo rileggo dopo tanti anni mi fa ancora più impressione. Soprattutto per l'insensatezza delle guerre e per l'abbruttimento che portano con sé. Oggi le guerre (come diceva un ufficiale di marina civile che aveva frequentato il corso per cresimandi adulti) sono tutte paradossalmente "missioni di pace" ma si continua a morire e se è vero che si sviluppano legami profondi di amicizia e di cameratismo, è anche vero che si continua a contribuire alla violenza generale.
Certo l'esercito può essere importante in certe operazioni internazionali, ma qual è il confine tra "missione di pace" e guerra bella e buona?

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