17 maggio 2013

non solo tossicodipendenza

Ieri è venuto a trovarmi un giovane che ero andato a visitare in una comunità di recupero: ora è in fase di reinserimento e pare che le cose vadano molto bene. Chiacchierando un po' mi ha spiegato tutti i consigli che gli educatori gli danno e che dovrebbero aiutarlo a ristrutturarsi interiormente e riprendere gradualmente ad assumere responsabilità. Tanti di questi ricordavano i consigli che mi venivano dati dal mio padre spirituale...
Per esempio: non buttarsi a pesce in mille cose come se l'entusiasmo fosse un segno di salute. Meglio imparare a dire dei no che ritrovarsi stressato a ricadere in dipendenze / peccati soliti
Oppure: restare fedeli ai piccoli insignificanti impegni quotidiani, senza aspirare troppo in alto. Meglio farsi la gavetta e raggiungere la santità dal basso che imitare grandi esempi e poi cadere dall'alto del proprio orgoglio.
Oppure ancora: sviluppare il senso di riconoscenza e il senso di obbedienza (strettamente legati). Meglio obbedire e riconoscere che non tutto è merito tuo piuttosto che illuderti di essere insostituibile e indispensabile.
Alla fine mi sono detto: allora la vita spirituale è una graduale liberazione dalle dipendenze... Forse qui si nasconde il lato concreto di ciò che viene chiamata "salvezza".

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