11 ottobre 2013

l'interrogazione del simbolo

E' il titolo di un convegno dell'Università di Milano e del Piemonte Orientale a cui ho partecipato oggi e che mi ha dato molti spunti di riflessione. Uno per tutti: la difficoltà oggi di avere universi simbolici comuni, per cui, per esempio, l'affaire profughi entra nel nostro universo simbolico solo quando, da morti, interpellano le nostre coscienze. Per il resto cadono fuori dal nostro universo simbolico: o perché vengono trattati solo da "braccia da lavoro" o, viceversa, perché vengono trattati da "santi prima che siano morti". Il razzismo e il buonismo sono due facce della stessa medaglia: se veramente fossero parte del nostro universo simbolico, ci faremmo interpellare dalla loro vita e dalla loro cultura. Invece sia chi li vuole respingere sia chi li vuole accogliere ad ogni costo è come se li trattasse da persone di serie B.

4 Commenti:

Alle 13 ottobre 2013 alle ore 11:18 , Blogger Rué ha detto...

Mi pare sbrigativo mettere sulla stessa linea chi vuole accogliere e chi vuole respingere persone in difficoltà, da qualunque parte arrivino.
Ho visitato case di persone piene di simboli e icone africani e di ogni etnie differenti - eppure le persone che le abitano sono lontane anni luce dall'avvicinarsi realmente a queste persone, a meno che non sia per interesse di sfruttamento lavorativo...
Ho visto altre case perfettamente in stile italiano - senza alcun simbolo dei paesi compressi, ma abitate da persone pronte a farsi in quattro per dare una mano a chiunque: italiano o straniero - da qualsiasi parte del mondo venga.
La diversità esiste, e sicuramente è al contrario: prima deve arrivare il braccio a colmare la differenza, dopo arriva l'interesse per la sua cultura; se così non fosse, se pretendessimo prima un'integrazione di valori e simboli..., sarebbe l'infinita, ennesima scusa con cui etichettare di buonismo ogni azione valida e buona di qualunque persona verso il suo prossimo.
Non tutti sono capi di stato o missionari, non tutti hanno a disposizione grandi gesti o grandi capitali da spostare, ma tutti hanno un cuore; e le persone che semplificano la vita delle persone più sventurate - fintanto che le politiche non facciano la loro parte - non saranno angeli, ma nemmeno buonisti.
Altrimenti sarebbe più facile ammettere: in teoria dovremmo prodigarci per il prossimo, in pratica chi lo fa rischia di cadere nel buonismo..., quindi alla fine è meglio evitare lo stesso!
In questi giorni ho visto molte polemiche sul web, proprio sul buonismo e sull'accettazione indiscriminata di chi ha bisogno; sovente chi al semaforo stringe una mano o regala un ombrello o un vestito o una moneta, ad uno sventurato - ed è un comune mortale a cui ogni piccolo sacrificio costa! - è poi la stessa persona che cerca di trovare a qualcuno una casa e lo aiuta a fare un documento e a trovare un lavoro.
Piccoli gesti figli di un'umanità semplice, che non cambierà il mondo perché non ha le leve per farlo; ma nel suo piccolo si interessa a migliorare un pizzico la la vita delle persone che incontra ogni giorno per strada...
E siccome prima che i governi e le politiche aiutino sensibilmente lo sviluppo in quei paesi e annullino il debito pubblico, e cessino lo sfruttamento del coltan e delle risorse interne di questi paesi, e smettano di investire sugli interessi dei loro debiti.., tanto tanto tempo passerà...
Nel frattempo nasceranno nuove vite che cresceranno e sogneranno e morranno proprio come noi, e se qualcuno si occuperà di queste vite a qualsiasi livello gli sia possibile: dal dare direttamente asilo in casa propria, alla monetina per strada, alla sensibilizzazione sul proprio posto di lavoro e giro di amici - per ottenere magari di trovare loro un posto come magazziniere o anche come badante presso una famiglia del gruppo, o si occuperà di mostrare le loro vere capacità sul posto di lavoro già esistente, quando queste vengano offuscate a favore di qualche europeo, ecc...
Continua...

 
Alle 13 ottobre 2013 alle ore 11:20 , Blogger Rué ha detto...

Continua da prima...
Tutto questo non può essere tacciato di buonismo, ed invece lo è; e il razzismo non è parificabile a queste azioni, tranne che in senso viscidamente filosofico!
Scusa lo sfogo, ma ne ho lette tante in questi giorni!
Mi fanno ridere quelli che non si interessano mai dell'Europa e anzi vorrebbero che l'Italia se ne estraniasse, e poi in queste occasioni la chiamano in causa inchiodandola al suo dovere; mi fanno ridere quelli che parlano di buonismo per scoraggiare ogni singola buona azione, affermando che solo la politica può!
Ma rendiamoci conto che chi decide per conto della politica, sono quattro gatti, i quali faranno sempre bene attenzione a non pestare i loro piedi prima, e quelli degli "amici che contano" subito dopo; e noi che facciamo? Aspettiamo "volenterosi" l'intervento di questi santoni, senza muovere un dito?
E' questo quello che pretenderebbe una certa cultura "sveglia" abbastanza per confondere molti - non tutti però!
Dal quotidiano e dai piccoli gesti della gente tutta, può nascere un presente migliore per gli sventurati di oggi, e un futuro migliore potrà creare una maggiore pressione sulla politica, affinché comprendano che noi "popolino" siamo diventati una cosa sola, al di là delle differenze etniche che dividono i grandi e i capi - non i piccoli e i semplici!

 
Alle 16 ottobre 2013 alle ore 13:40 , Anonymous dino ha detto...

accidenti devo avere toccato qualche punto sensibile...
Per buonismo io intendo in modo concreto il fatto di molti volontari in buona fede che hanno per anni aiutato chi andava a chiedere aiuto abituandoli ad essere assistiti e trattandoli da assistiti. In questo caso:
1) si è dato un aiuto immediato ma si è fatto un danno a lungo termine (non saprei come sia meglio)
2) chi ha aiutato, mosso solo dalla "buona fede", l'ha fatto come se si piegasse pietosamente su chi ha bisogno, senza cercare di entrare nel suo mondo. Ma se quello invece di essere un povero fosse il mio fratello / sorella di sangue, mi comporterei allo stesso modo?

 
Alle 18 ottobre 2013 alle ore 22:33 , Blogger Rué ha detto...

All'inizio occorre aiutare con beni di prima necessità chi chiede aiuto, poi donargli una stampella per provare a camminare ed infine "farlo correre"...
E' questione di gradi, non di tipo di aiuto, a seconda del problema si dovrebbe intervenire con la medicina più indicata.
Poi a volte c'è chi approfitta e si adagia senza più muovere un dito, e qui bisogna anche trasmettere fiducia perché tante volte le persone dopo un po', muoiono dentro..., e altri invece vanno proprio presi a calci perché non si alzano per comodo.
Però non è sempre semplice uscire da un problema economico nemmeno per un italiano, e per uno straniero lo è di più; tante volte occorre proprio un amico, o uno disposto a diventarlo!

 

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