06 novembre 2014

la timidezza di Paolo VI

Ho letto il numero di "Luoghi dell'Infinito" di ottobre, tutto dedicato a Paolo VI. Un pezzo che mi ha colpito è stato quando (ma non ho più trovato il punto preciso) si scrive che la "ritrosia" e la timidezza sue potevano essere lette in un'altra luce: un dialogo interiore e continuo con il Signore, necessario per tutte le cose che aveva dovuto fare e tutte le decisioni cruciali che aveva dovuto prendere. Mi ha colpito perché è proprio così: in certe situazioni (sia storiche, sia personali) non c'è nessuno che può aiutare se non una confidenza con lo Spirito che ti illumina. Quello ti dà una certezza interiore inattaccabile, anche se ti rende responsabile come non mai all'esterno. Forse dovrei imparare da Paolo VI la mitezza nel portare poi avanti questa certezza interiore. Spero di riuscirci.

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