borse viveri
Ieri c'è stato un incontro tra i centri d'ascolto della nostra parrocchia e di quella vicina con un confronto tra i metodi utilizzati per aiutare le famiglie con viveri. Lo scopo era quello di procedere nel cammino di unificazione delle due parrocchie studiando una progressiva integrazione dei vari settori. L'altra parrocchia usa il sistema delle borse viveri e del banco alimentare, noi quello del magazzino solidale. Luci e ombre sui due sistemi: borse viveri aiutano più persone e più continuativamente ma in forma di "assistenza" e non di promozione umana. Il magazzino promuove e non solo assiste (le persone fanno lavori in cambio di generi) ma per forza deve limitare il suo raggio di azione. C'è stato poi un appassionato dibattito su whatsapp tra i volontari del magazzino sull'esito di quella riunione perché sembrava che ci venisse rimproverato l'abbandonare a se stesse molte famiglie.
Ci ho pensato ma non tornerei indietro manco morto al "piano Marshall" e agli aiuti piovuti dal cielo a pioggia. Non ci tornerei perché quando con le persone instauri un rapporto non tra assistente e assistito ma tra pari allora non puoi poi essere soddisfatto di tornare indietro. Quando riesci a rifornire il magazzino solo con gli aiuti della gente e non con le "eccedenze" non puoi poi tornare a basarti sul superfluo dei supermercati. E quando riesci a smuovere gente che si prende cura del quartiere facendo lavoretti in cambio di punti per i generi del magazzino non puoi poi tornare daccapo.
2 Commenti:
Molto bella questa idea del responsabilizzare le persone, nel tentativo di reintrodurle in un sistema lavorativo!
Ma va considerato anche il fatto che molte persone e famiglie non si trovano in uno stato d'indigenza economica figlio di una cultura nel non fare...ma per pura sfortuna e/o troppa onestà.
Queste persone potrebbero anche sentirsi offese nell'essere inserite in un ciclo di recupero della persona, quando magari loro potrebbero insegnarla anziché riceverla!
Vero anche questo. Grazie dell'osservazione: la girerò a chi di dovere.
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