17 giugno 2016

Clericalismo e Popolo di Dio

Su Il nostro tempo di questa settimana c'era la notizia della costituzione del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, voluto da papa Francesco per il quale è stato approvato ad experimentum lo Statuto. Nell'articolo si faceva notare che lo Statuto non parla di "laici" genericamente, ma di "fedeli laici", quasi a rimarcare che non si tratta di spazi concessi a qualcuno che non sia prete, bensì a rendere operativa l'immagine di Popolo di Dio fatto da laici e clero. Anzi, si parla anche di "luogo teologico" per mettere in evidenza che non è solo una questione organizzativa o pastorale.
Il Popolo di Dio è una realtà molto più profonda e sorgiva dell'idea del Vescovo che guida una diocesi con il suo presbiterio: la prima indica pienezza, la seconda gerarchia allargata; la prima respira a due polmoni, la seconda si sforza di cavare il massimo da un polmone unico. Anche quando le donne non votavano lo Stato andava avanti lo stesso, ma era monco: così come una chiesa guidata dal clero.

"Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua" (Ap 7,9)

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