03 luglio 2016

decrescita

Da tanto tempo si sente parlare della necessità di una "decrescita" (Serge Latouche: decrescita felice) e venerdì sera se ne è parlato anche a cena con amici. Come al solito la cosa era ambigua: cosa significa "decrescere"? Tornare indietro, tornare all'essenziale, non crescere con certi ritmi forsennati, non crescere proprio. Poi a qualcuno è venuta una illuminazione: non si tratta di decrescere ma di redistribuire... Siamo noi a dover decrescere per permettere ad altri di crescere. Tanto se noi decresciamo, possiamo vivere dignitosamente anche se è necessario fare politiche per evitare che ci rimettano sempre gli ultimi mentre quelli che devono crescere finalmente potranno arrivare ad un livello di dignità...
In fondo è sotto gli occhi di tutti: la crescita tanto conclamata riguarda un pugno di persone. Per gli altri non c'è nè crescita nè decrescita felice, c'è solo decrescita obbligata.

"Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l'orgia dei dissoluti." (Am 6,7)

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