05 luglio 2016

la mistica senza mistici

Ho iniziato a leggere un libro di spitualità di tale José Tolentino Mendonca intitolato "La mistica dell'istante. Tempo e promessa" che tenta un percorso nuovo: la riscoperta della dimensione mistica attraverso i sensi, la carne e la sensibilità. Secondo l'autore in passato la mistica è sempre stata concepita come il punto d'arrivo di chi cerca di staccarsi dal mondano e dal materiale per salire a vette dello spirito. E' affare dei grandi mistici.
Invece lui tenta di dire che la mistica è l'esaltazione dei sensi e dell'istante, vissuto non come consumo (carpe diem) ma come gusto profondo di ciò che vivi. Penso sia un cammino ideale per le generazioni che oggi sono sempre attente al corpo, alle sensazioni, al presente e restie all'ascesi, al sacrificio, al progetto di vita. Certo che pensare alla fede senza sacrificio è arduo, ma ci si può provare. In fondo il Cristo sulla croce è amore più che sacrificio, anche se un amore che costa.

"Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo." (Ct 4,10)

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