12 agosto 2016

musulmani nelle chiese

C'è stato un piccolo dibattito tra sacerdoti sul fatto che i musulmani nelle chiese non fossero un granchè perchè intervenendo durante la celebrazione eucaristica di fatto stridevano con il memoriale di Gesù Cristo, visto che per loro è un profeta qualunque. Niente di che, però magari si poteva trovare una modalità diversa, fermo restando il segno di pace. Ci ho pensato un po' e ho attinto alla filosofia della religione quando si dice che un conto è il linguaggio razionale (che cerca di precisare la verità delle cose attraverso definizioni e ragionamenti) e un conto è il linguaggio simbolico (che cerca di aprirti alla verità attraverso segni materiali e emozioni). Chiedersi la correttezza di un gesto come quello dei musulmani nelle chiese significa ricorrere al linguaggio razionale, mentre siamo di fronte ad un uso potente del linguaggio simbolico, visto l'impatto che ha avuto. E la saggezza (o meglio, in termini spirituali, il "discernimento") sta anche nel sapere quando è ora di usare il linguaggio simbolico e quando è ora di usare il linguaggio razionale.
S. Giovanni Paolo II ha usato il simbolico, Benedetto XVI il razionale, papa Francesco predilige il simbolico: chissà chi verrà dopo...

"Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: 'Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?' " (Mt 9,10-11)

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