11 febbraio 2018

i ragazzi si raccontano

Ieri è stata una giornata a ritmi molto intensi. Forse troppo. Così arrivato al momento dell'incontro con i ragazzi di terza media ero un po' giù di batteria. Prima mezz'ora: tutto ok. Seconda mezz'ora: un po' più ansimante, perchè il grado di resistenza dei ragazzi non è molto. C'era ancora mezz'ora... programma già concluso. Poi mi è venuto in mente che lo scorso anno iniziavamo gli incontri con il racconto che qualcuno faceva di cos'era successo in settimana. Strabiliante. Si sono seduti in cerchio e hanno iniziato uno dopo l'altro a raccontare giorno per giorno la loro settimana, senza fiatare, senza toccare quasi i cellulari, perfino ascoltando quello che l'altro diceva. Così l'ultima mezz'ora è volata.
E io mi sono convinto ancora di più (se mai ce n'era bisogno) che oggi si ha voglia di raccontare, di narrare quel che capita, cercando di capire se c'è un senso per tutto questo. Dunque le tecniche di discussione vanno bene, ma solo il racconto della vita va nel profondo.

"La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:  'Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?' ". (Gv 4, 28-29)

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