16 luglio 2018

Aleppo: una mostra per non dimenticare

Giusto l'ultimo giorno di apertura mi sono deciso a sfidare caldo e pigrizia e visitare la mostra "Aleppo: come è stata uccisa una città" a cura di Domenico Quirico. Tre quarti d'ora di visita ma che ne valeva almeno il doppio. Esci che ti resta dentro il senso di impotenza, il disgusto per la guerra e la rabbia verso coloro che la considerano il male minore. Anche verso coloro che commerciano in armi come se fosse una produzione normale e non di morte.
Esci anche con un senso di riconoscenza per questi anni di relativa pace in Europa e ti consideri fortunato di essere nato qui e ora. Le ragioni di chi si oppone alle migrazioni di questa gente diventano risibili: come il bambino che difende la sua merendina per la quale non ha neanche troppo lavorato contro l'assalto di altri che è da giorni che non mangiano.

"Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto,
guarda e considera il nostro obbrobrio.
La nostra eredità è passata a stranieri,
le nostre case a estranei.
Orfani siam diventati, senza padre;
le nostre madri come vedove.
L'acqua nostra beviamo per denaro,
la nostra legna si acquista a pagamento.
Con un giogo sul collo siamo perseguitati
siamo sfiniti, non c'è per noi riposo." (Lam 5,1-5)

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page