08 ottobre 2018

educazione del popolo

Ieri mentre preparavamo un campo scout uno dei capi ha riportato la riflessione di un gesuita che lavora a Scampia a Napoli e che finalmente mi ha dato le parole che mi mancavano. Da tempo rimugino e borbotto quando vedo iniziative contro i razzismi e il governo che sembrano altrettanti slogan lanciati di pancia, senza pensare a chi si indirizzano e che non lasciano il tempo che trovano perchè esacerbano gli animi. Il gesuita affermava che bisogna tornare a dare alla gente semplice gli strumenti per leggere la realtà e farsi un'idea corretta per evitare che prendano pericolose scorciatoie di giudizi affrettati. Ma per far questo bisognerebbe che chi ha cultura tornasse ad abbassarsi verso chi non ce l'ha e riprendere un lavoro che richiede tempi lunghi.
Ecco questo è il punto. Gli slogan evangelici sono belli, ma sono di élite intellettuali che viaggiano sull'onda dei bei tempi che furono. Bisogna tornare a don Milani e a stornare le risorse e le energie dagli urli, dai manifesti e dalle dimostrazioni al lavoro con la gente, proprio con quella gente che è lasciata a se stessa. Questo mi sembra debba essere anche il lavoro della Chiesa.

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