01 novembre 2018

la banalità di morire

Ieri mi è passato per la testa di cercare che fine aveva fatto un amico, medico ad Alessandria che era da un po' che non vedevo. Avevamo perso i contatti da tempo. Come si fa se non si ha più il numero? Se uno fosse su Facebook lo saprebbe. Io invece ho semplicemente digitato il suo nome su Google e ho trovato la sorpresa: un necrologio pubblicato su Repubblica. Morto nel 2014 per malattia improvvisa. In un attimo ho pensato che anche altri che non vedevo da tempo avrebbero potuto fare la stessa fine... Ma questo è stato particolare, perchè andando a scuola ad Alessandria spesso passavo per la via dove ultimamente abitava, anche se non ricordavo più la casa e più volte mi era venuto in mente di fermarmi e leggere i campanelli. Oppure guardavo se per caso lo trovavo per strada. Morto da quattro anni...  Scoprirlo il giorno dei Santi e la vigilia dei defunti creava un certo clima.
Insomma: meglio non sprecare un attimo di questa vita...

"Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole." (Qo 8,15)

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