25 marzo 2019

napoleone e le trincee

In questi giorni ho fatto anche una scappata nei dintorni di Cairo Montenotte per una camminata nei boschi nei luoghi della campagna napoleonica d'Italia quando lui era ancora generale. Una zona ancora mai vista e che è stata suggestiva per il paesaggio tra l'inverno e la primavera. Ma soprattutto i resti degli scavi di trincee che ancora si vedono richiamano il grande lavoro manuale fatto dai soldati. Quanta forza fisica e quanta resistenza per sbancare la cima della collina... Veramente di passi avanti se ne sono fatti: da quando le persone erano veramente un numero e la guerra una cosa del tutto naturale. Oggi magari molte persone restano un numero (vedi i migranti che si conoscono per numero di sbarchi) e la guerra c'è ancora, ma, almeno da noi, deve essere sempre ampiamente ritradotta come "intervento di pace" o "guerra intelligente"(un ossimoro: quando mai la guerra è intelligente..) o altro.

"Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?». Rispose: «No, io sono il capo dell'esercito del Signore. Giungo proprio ora». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra" (Gs 3,13-14a)

cippo napoleonico della Cascinassa
scavi di trincee

veduta dal punto di osservazione dell'Adelasia

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