03 agosto 2019

ponti tra religioni

Prima pagina dell'11 novembre 1938
Ieri è passata una signora con la figlia che sta per sposare un musulmano pakistano. Volevano sapere cosa ne pensavo e che consigli avevo da dare loro: si sposeranno con rito civile in Italia e con rito islamico (civile e religioso) in Pakistan. Ammetto che non conosco la cultura pakistana e sono convinto che più che la religione islamica sia la cultura a fare la differenza (un conto sono i musulmani albanesi, un conto i musulmani arabi, un conto i musulmani pakistani, ecc.). Il colloquio è stato aperto e franco, anche un po' lungo (quasi un'ora e mezza). Quello che mi ha colpito... sono stato io. La ragazza era molto convinta e si vedeva che si erano confrontati a lungo con il suo futuro marito e la famiglia di lui. Io sono passato da un atteggiamento più prudente, quasi di messa in guardia dalla facilità con cui in genere si pensano questi generi di unione ad una specie di rilassamento: in fondo il dialogo tra culture e religioni e un mondo più unito passa per forza attraverso i matrimoni misti.
Però alla fine mi sono detto: pensa che se tu che non ti reputi "sovranista" hai qualche remora istintiva a mischiare le culture... cosa hanno in seno coloro che pensano ancora gli italiani come razza pura? E poi ho capito che c'è una direzione di marcia: la separazione culturale ha a che fare con l'uomo primitivo, i legami interculturali sono un prodotto maturo di civiltà.

"Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù." (Gal 3,28)

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page