16 giugno 2021

I grandi filosofi

 Sto leggendo un interessante libro intolato "La giustizia digitale" che analizza gli effetti dell'uso degli algoritmi sull'apparato giudiziario. Argomento particolare ma utilissimo anche per capire in che razza di vicoli ciechi ci stiamo infilando. Una delle cose che il digitale promette è di eliminare la discrezionalità dei giudizi e i privilegi di casta. E così gli autori introducono una citazione che mette in luce gli esibizionismi dei magistrati: "Questo mistero è da tempo ben noto ai nostri magistrati. Le loro toghe rosse, i loro ermellini, di cui si vestono come gatti impellicciati, i palazzi dove giudicano, i fiordalisi, tutto questo augusto apparato era strettamente necessario; e se i medici non avessero sottane e pantofole, e se i dottori non avessero berrette quadrate e toghe di quattro misure più ampie del necessario, non avrebbero mai ingannato il mondo che non può resistere a questo sfoggio così autentico. Se i magistrati possedessero la vera giustizia e se i medici possedessero la vera arte della guarigione, non saprebbero che farsene di berrette quadrate; la maestà di queste scienze sarebbe di per sé molto venerabile, ma non essendo che scienze immaginarie, devono utilizzare questi strumenti per colpire l’immaginazione, e così in effetti ottengono rispetto"

Sembrerebbe molto attuale... E invece è di Blaise Pascal, 1699, tratta dai suoi Pensieri. Notevole.

" Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini." (Mt 6,5)



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