01 giugno 2021

parola di Dio e scoutismo

 Ogni tanto ti chiedi cosa serva leggere a tappeto riviste anche dello scorso anno. Poi basta un articolo trovato per caso che ti dai una risposta. Sembra quando stai spulciando elenchi infiniti di nomi per trovare qualche indizio e mentre stai per addormentarti sulle carte ecco la luce.

In questo caso è un articolo comparso sulla rivista "Servire", che parla di scoutismo e precisamente il n. 2 del 2020, monografico sulla Parola di Dio. Un prete di nome don Lorenzo Bacchetta  scrive "Interpreti della parola" per riproporre la Lectio Divina in forme nuove. Già l'inizio mi colpisce: si interpreta o perchè devi tradurre da una lingua all'altra oppure perchè come un attore devi interpretare un testo in forma vissuta. La Parola di Dio si interpreta in tutti e due i modi. E poi i gradi: non il superclassico e superabusato lectio, meditatio, contemplatio, actio o altre varianti fortunatamente non letali. Ma: leggere, saper leggere, sapersi leggere (alla luce della Parola) e sapersi letti (da Dio). Geniale. Ma poi la conclusione mi ha letteralmente folgorato: un esempio del sapersi leggere tratto da un'esperienza di route con i ragazzi.

Ma chi è sto don Lorenzo. Vado a cercare: bresciano, vocazione adulta (molto adulta), una vita nello scoutismo e uno stile tutto scout. Capito. Tra scoutismo e Parola di Dio non c'è sempre molta affinità: a volte è più, come dice lui "capo zelante che si trova  a dover preparare la catechesi e non sa che brani utilizzare per avvalorare l'insegnamento morale che vuole trasmettere ai ragazzi". Quando però trovi in una persona l'amore per la Parola di Dio e l'amore per lo scoutismo, il mix produce risultati sorprendenti. Mi sa che gli scriverò.



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