27 maggio 2021

Ancora sulla chiesa italiana (poi basta...)

 Usiamo i toni ironici. Papa Francesco dice che la chiesa italiana soffre di amnesia perchè si è dimenticata del convegno di Firenze del 2015, quando aveva iniziato di fatto un cammino di sinodalità. E usa espressioni carine:  "Sono passate tante cose dal primo incontro” e c’è una cosa “che ho visto: l’amnesia. Perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto, Firenze”.

Strano e un po' ingrato. Perchè la Chiesa italiana ha sempre seguito una linea chiara e senza mai ripetere le stesse cose. Prendiamo il convegno di Verona (2005) a cui ho partecipato anch'io. Lì si diceva che era importante usare come riferimenti i luoghi di vita della gente, non le attività degli uffici pastorali: affettività, lavoro e festa, sofferenza e fragilità, tradizione ed educazione, impegno civile e politico. Ad Asti si era perfino deciso di dedicare un anno per volta ad ogni ambito. Ma forse l'alzheimer era già presente, perchè non solo non si è fatto, ma nessuno se n'è accorto.

Poi a Firenze si è deciso di sostituire i nomi con i verbi. Più "fashion"...: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Sembra un gioco della settimana enigmistica. Al prossimo convegno si useranno le congiunzioni: e, o, ma, conciossiacosacchè, ecc. Ancora più ermetico e affascinante per chi ha del tempo da perdere per far credere che è assolutamente importante ragionare così. Al convegno dopo toccherà ai segni di punteggiatura: punto (quel che è dato per acquisito), virgola (quello che richiede un approfondimento), punto e virgola (quel che è acquisito ma non è dogmatico), due punti: (quel che va spiegato) e punto interrogativo (quel che è in dubbio). E perchè non i numeri?: 1, 23, 0,7, 1.700.789 e - 345. Sarebbero perfino capaci a trovare un senso in quello.

Comunque sia l'effetto è lo stesso: tutto cancellato e si riparte. Papa Francesco però ha diagnosticato l'alzheimer e ora bisogna curarlo per quel che si può. 

"guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile" (Dt 6,12)




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