01 luglio 2021

La fragilità della città

 Ieri parlavo delle differenze tra campagna e città, riscontrate durante la benedizione delle famiglie. Oggi posso dire che ho riscontrato l'impatto di un anno e più di epidemia sulla gente della città. In campagna sembrava tutto sommato un affare lontano, a parte chi ne era colpito direttamente. Ieri, passando in alcuni condomini, ho cominciato a percepire la paura, il senso di depressione, l'incertezza per il futuro e la disillusione. Non in tutti, ovviamente, ma mi ha colpito molto: abitare in città fa emergere le fragilità in modo molto maggiore. Forse perchè in campagna devi arrangiarti di più, mentre in città sei tutto servito. Ma quando il servizio viene meno... allora ti senti mancare la terra sotto i piedi. In alcuni c'era veramente il piacere di rivedere il parroco, più per una sorta di ritorno alla normalità e per amicizia che non per fede. Ma si sa, anche l'amicizia va sulla stessa strada della fede (la normalità un po' meno...). 

Questo mi ha convinto un'altra volta (se mai ce n'era il caso) che la benedizione delle famiglie diventa uno dei pilastri del ministero in città.

"Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità" (Ef 3,17)




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