23 aprile 2024

I giovani come futuro

 Ieri sera ho partecipato ad un incontro di formazione online per capi scout sui temi della fede, tenuto da due assistenti sul tema "l'esperienza di Dio". Io dovrò tenere il terzo della serie, fra un mese, sul tema del discernimento. Molto carino con grande partecipazione di capi da diverse parti d'Italia e anche ben impostato in quanto ad interattività. Alla fine la classica domanda di qualcuno: come educare alla fede dei giovani che sembra non mordano cose che richiedono una partecipazione e una adesione non solo occasionale? Uno dei due assistenti non ha avuto mezze parole e in sintesi ha risposto che i giovani sono il futuro della società e della chiesa e che il loro modo di essere è quello su cui devono misurarsi gli adulti se vogliono trasmettere loro qualcosa. 

Ritorna il tormentone di gente della mia età (ma anche più giovane o anche più anziana): i giovani sono fatti sbagliati e bisogna educarli (nel senso di "raddrizzarli"). Invece della pianticella da rafforzare perchè cresca dritta, si può meglio usare la metafora della strada. I giovani sono le strade da percorrere: se sono autostrade, meglio non avventurarsi in bicicletta o col monopattino, con la scusa che bisogna andare lenti. Se sono sentieri di montagna, meglio non andare in macchina, con la scusa che bisogna salire veloci. Se sono strade da tracciare, meglio capire bene come le traccerai, per evitare di fare danni.

"Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me" (Es 19,4)




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