17 aprile 2024

La fede nei paesi

 Ieri sono stato ad un funerale a Villanova, dove avevo prestato servizio come seminarista un po' meno di 30 anni fa. Ho ritrovato il senso di comunità e di parrocchia che c'era allora: sarà il momento particolare, dato che si seppelliva una persona molto importante nella vita di parrocchia e di paese, ma un funerale di un'ora e mezza non l'avevo mai visto. In città ti avrebbero messo fretta per non arrivare in ritardo al cimitero e pagare la multa... Ancora una volta mi accorgo come sia la vita di paese (anche se di un paese un po' grosso) e non quella di città ad essere "a misura di essere umano" e come la fede lì si unisca più naturalmente con la vita civica. Perchè non riproporre le dinamiche di una parrocchia di paese dentro la città? Certo non viene naturale: viene più naturale la legge dei grandi numeri e della perfetta organizzazione. Ma forse il valore aggiunto che darebbe la comunità cristiana al territorio starebbe proprio nel genere di rapporti che si crea quando si vive come se si fosse in una famiglia allargata e non in una città.

"Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo." (Gio 3,3-5)

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