carità "interessata"
Alla riunione che c'è stata ieri sera per fare il punto sui progetti di carità in parrocchia c'è stata un'ampia discussione non tanto su persone e famiglie singole, quanto sulle condizioni e situazioni e sulla nuova realtà della povertà che si sta delineando. La fine del reddito di cittadinanza comincia a lasciare il segno e anche il caroprezzi e bollette, al punto che si dovrebbe quasi cercare nuovi fondi. Eppure tra le righe notavo sempre la grande tentazione: risolvere i problemi, che invece dovrebbero competere agli enti pubblici. Così invece di venire incontro ulteriormente ad una famiglia si è deciso di mettere per iscritto tutti gli interventi già realizzati (numerosi) e di scrivere ai servizi sociali. Sicuramente loro si lamenteranno che non hanno fondi, ma ad un certo punto anche loro si rivolgeranno ai loro superiori e faranno qualcosa. Nessuno spera in miracoli (anche se questi ci possono sempre essere) e spiace che sia una famiglia tutto sommato dignitosa e collaborativa a rimetterci, ma la tentazione di fare noi da salvatori è veramente infida.
Etichette: carità
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