Giovani in parrocchia
Non mi ero mai arrabbiato tanto da anni a questa parte. Venerdì sera il vescovo ha dato la disponibilità a venire in parrocchia per raccontare della sua esperienza in Kenya nel contesto del sinodo parrocchiale che stiamo vivendo sulla comunicazione e un gruppo aveva previsto di fare la cena con i genitori. Avevamo proposto di spostarla, perchè il vescovo non aveva altre disponibilità e in linea di massima la cosa era stata valutata. Poi mezz'ora prima dell'incontro scopro che non l'hanno spostata di data, ma di posto, occupando gli spazi di casa Tabor, che di per sé sarebbero chiusi ancora per qualche settimana, salvo emergenze. Quella non era una cena con i genitori: era l'incontro con un volontario originario della nostra parrocchia e da qualche tempo in Perù, che pare non potesse spostare l'incontro. Insomma la solita solfa di gruppi giovanili che si fanno le loro cose e non aprono gli occhi su cosa capita proprio nel contesto da cui questi gruppi si generano, la parrocchia.
Un dèjà vu: in passato è sempre stato così e raramente i giovani hanno provato a camminare con tutti gli altri. Forse deve essere così per abituare gli adulti a guardarli con benevolenza e non con giudizio. Fortunatamente con il tempo la rabbia sbollisce e si può guardare le cose con maggior serenità.
"Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira" (Ef 4,26)
Etichette: giovani, parrocchia
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