04 maggio 2025

Il problema è la chiesa

 Dopo una settimana di campo scout con i giovani di 20-21 anni di mezza Italia (i più lontani da Roma) mi convinco ancora una volta che sono passati i tempi dell'ateismo militante delle giovani generazioni. L'interesse è buono, genuino, senza troppi pregiudizi a parte qualche legittima obiezione dal punto di vista della scienza nei confronti della fede. Restano forti le resistenze sulla chiesa e sul suo ruolo nel mediare la fede. Si va dalla polemica aperta al rammarico di non riuscire a esprimere una chiara scelta di fede perchè implicherebbe accettare la Chiesa. Perciò l'annuncio cambia: tenere calda l'adesione a Cristo e al Vangelo, rispetto alla quale la strada è spianata, è ingegnarsi nel far comprendere il senso della presenza della Chiesa. Ovviamente il campione statistico non è di tutti ni giovani ma solo di quelli scout, che oltretutto stanno interrogandosi su come concludere il loro percorso. Diremmo una élite, ma comunque una élite non scontata, le cui sollecitazioni andrebbero prese sul serio, perchè delineano il futuro della chiesa.

"Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento" (At 28,30-31)











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