01 maggio 2012

filosofia e vita

Un altra "dotta" riflessione. Sto leggendo un testo intitolato "Pensiero vivente " di Roberto Esposito che nota come la filosofia italiana, spesso relegata ai margini, stia vivendo un periodo di grande interesse in Europa e trova il motivo nel fatto che si sia sempre discostata dai dibattiti dell'ultimo secolo (guadagnandosi così l'idea di filosofia marginale) per essere maggiormente una riflessione su cose concrete e vitali: la storia, la politica, la concretezza della vita. In una parola: una filosofia che non ha perso il contatto con la vita a costo di lasciare da parte concetti e dibattiti più "accademici". In un momento in cui le questioni vitali, date spesso per scontate tornano ad essere all'ordine del giorno, ecco che si guarda con attenzione all'esperienza italiana.
Anche la riflessione spirituale e la teologia spesso tendono ad allontanarsi dalla vita concreta (es. omelie molto dottrinali, catechesi teorica in cui il rapporto con la vita è solo in termini di "applicazione" o di "pratica della fede", ecc.). La vita offre sempre spunti di riflessione e strade per nuove teorie ben più promettenti e chiede sempre di ridefinire le cose in cui crediamo, di precisarle meglio, di approfondirle. E soprattutto chiede sempre di prendere posizione e di far seguire alle cose scoperte altrettante scelte concrete, senza mai fermarsi a bearsi delle formule e delle definizioni.

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