
Ieri sera mentre assistevo al concerto di Capodanno al Teatro Alfieri respiravo quell'aria di "desiderio di serenità" che traspariva dalla musica (soprattutto dai valzer di Strauss e dai brani dello Schiaccianoci di Tchaikowsky), da chi suonava, da chi dirigeva, da chi danzava, dal pubblico in sala. Soprattutto i bis sono stati giocati: marcia Radesky con partecipazione del pubblico ritmata dal battimani, e il brano (già sentito ma di cui non ricordo il titolo, perché non era in programma) con partecipazione teatrale degli orchestrali. E pensavo: forse anche la gente che viene a messa alla domenica ha bisogno e voglia di serenità e non di essere ripresa, di essere assillata con discorsi metafisici e soprattutto non continuamente richiamata alla responsabilità e al dovere. La fede è anche gioco.
Etichette: fede, musica
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