05 marzo 2016

raccontare la fede

Sto scoprendo l'acqua calda. Chiedendo qua e là a persone varie di mettere per iscritto la loro testimonianza di fede a partire da vari percorsi (canto, volontariato, lavoro, famiglia, ecc.) stanno venendo fuori delle perle che la dicono lunga su quanto a volte cerchiamo nei posti sbagliati. Noi cerchiamo la fede a partire dalle grandi decisioni oppure da una frequenza quasi paranoica alle celebrazioni, alle riunioni. Addirittura chiamiamo gruppo sposi un gruppo di persone quasi credendo che la fede si provi nel numero di coppie coinvolte (e così "gruppo giovani" e "gruppo taldeitali"). Invece la fede è anche altrove anche se non "solo" altrove. Il lasciare che le persone raccontino se stesse non è psicologia e non è protagonismo: serve a capire come la fede fiorisca in mille modi e aiuta le persone a riflettere su cosa stanno facendo...
D'altronde ci sarà un motivo per cui i vangeli sono in forma di racconto e non di catechismo...

4 Commenti:

Alle 6 marzo 2016 alle ore 22:08 , Blogger Rué ha detto...

MI PIACE!

 
Alle 6 marzo 2016 alle ore 22:08 , Blogger Rué ha detto...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
Alle 9 marzo 2016 alle ore 00:22 , Blogger Unknown ha detto...

Potrebbe essere una specie di "passione misuratoria",di necessità di trovare dati oggettivi per misurare l'efficienza o l'efficacia di quello che si fa.
Una forma di rassicurazione,in qualche modo.

 
Alle 10 marzo 2016 alle ore 14:22 , Anonymous dino ha detto...

Infatti la malattia dell'efficientismo intacca pure questi ambienti. Spesso sono più le iniziative organizzate che la gente che vi partecipa...

 

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