23 maggio 2016

il sacerdote secondo i giovani

Sempre più interessante la lettura segnalata già qualche giorno fa di "Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia". Il capitolo sulla figura del sacerdote che emerge dalla ricerca, scritto dal responsabile della pastorale giovanile di Reggio Emilia, don Giordano Goccini, si conclude così:
"Nelle parole dei giovani vi sono ben poche tracce della rappresentazione tradizionale del sacerdote che hanno i loro nonni, con il suo contorno di sacralità e di prestigio. Ora il prete è spoglio delle vesti sacerdotali, calato in mezzo alla realtà quotidiana della vita della gente e lì si gioca la sua identità e l'autenticità del ministero. Ben poco credito i giovani sono disposti a riconoscere al ruolo in sé, mentre sono attenti e disponibili all'incontro con chi si mette in gioco con loro e si compromette nei loro problemi, pur proponendo una diversa visione del mondo e della vita. In questo senso la scomparsa del ruolo sacrale ha attenuato il  vecchio anticlericalismo che si nutriva di esso e dei suoi privilegi.
Questa spogliazione popolare dal basso del ruolo sacerdotale tuttavia non è così fuorviante, né distruttiva come potrebbe apparire. Paradossalmente essa ha un riscontro dall'alto nel faticoso cammino che la Chiesa ha intrapreso cinquant'anni fa nel Concilio Vaticano II e che trova nuova linfa nella testimonianza e nelle parole di Papa Francesco. (...). Ora che il sacerdote è morto, può nascere il pastore. Speriamo che tutti possano presto inc
ontrarne uno in carne ed ossa"

"Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l'imposizione delle mani da parte dei presbìteri" (1Tm 4,11)

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