12 maggio 2016

ospedale

Due giorni senza internet sono diventati interminabili... E intanto è nuovamente uscita la necessità di trovare un cappellano per l'ospedale in una situazione di assenza pressoché endemica di sacerdoti. La tentazione è metterci una pezza: trovare a tutti i costi qualcuno. Questa però  è l'epoca di papa  Francesco, l'epoca in cui basta mettere da qualche parte la parola "periferie" per aver la prima pagina sui giornali e la parola "nuova evangelizzazione" per guadagnare il diritto di una testimonianza in qualche diavolo di convegno. Ebbene l'ospedale è sia una periferia esistenziale e sia un luogo di nuova evangelizzazione dove chi ha fede rischia di perderla e chi non ce l'ha rischia di riguadagnarla. Forse ha più diritto di attenzione di molte parrocchie. E forse non ci vuole una pezza e neanche un miracolo. Ci vuole un investimento: rischiare di tenere scoperti altri buchi per giocare tutto su uno.
Ci vorrebbe qualcuno che lo facesse per vocazione e non per promessa di obbedienza al vescovo e ci vorrebbe qualcuno che fosse supportato da una intera staff multivocazionale: diacono, religioso/religiosa, laici...

"Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli prese con sé i due figli Manasse ed Èfraim. Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto" (Gn 48,1-2)

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