16 maggio 2016

ancora sulla fede dei giovani

Questa volta tocca alla ricerca "Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia" a cura dell'Università Cattolica. Ricerca qualitativa con notevoli spunti di riflessione, che per la prima volta intende capire anche i tipi di frattura che esistono negli itinerari catechistici post iniziazione cristiana. Nel capitolo curato da Claudio Stercal (docente di teologia spirituale a Milano) che analizza le risposte alla domanda "Che cosa c'è di bello nel credere in Dio?" i paragrafi conclusivi sono "punti di non ritorno":
- "un autentico itinerario di fede": simile a molti itinerari presenti nella Bibbia e nella tradizione cristiana anche se problematico sugli attuali itinerari ecclesiali. Domanda: sbagliano i giovani  o sbaglia la pastorale giovanile?
- "per la maturazione della fede": i giovani si avvantaggerebbero molto della conoscenza più ampia della Bibbia e della tradizione cristiana. Domanda: che fine fanno le Gmg e le migliaia di eventi organizzati una tantum?
- "una verifica dei percorsi ecclesiali": le risposte fornite dai giovani sono un eccellente materiale per compiere tale verifica. Domanda: chi ha il coraggio di farlo?
- "un itinerario personale": qualunque iniziativa si voglia intraprendere con i giovani, essa deve mettere al centro la dimensione personale. Domanda: perchè condanniamo ancora il "soggettivismo" dei giovani? Sarebbe come condannare i francesi solo perchè non parlano italiano.


"Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». " (1Sam 3,10)

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